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Auto, flotte e veicoli connessi: cosa c'è da sapere?

I veicoli connessi hanno aperto un mondo di possibilità per migliorare le prestazioni.

Geotab Team

Da Geotab Team

14 marzo 2022

5 minuti di lettura

Immagine su sfondo blu di un'auto formata da punti e linee interconnessi

Le auto connesse hanno migliorato le prestazioni dei veicoli. L’auto è divenuta il dispositivo intelligente più rivoluzionario. In tutto il mondo, le aziende, gli enti pubblici e i privati stanno dotando i loro veicoli di una connessione a Internet, mentre i principali produttori di veicoli stanno incorporando dispositivi telematici nei loro modelli più recenti.

 

Cos'è un'auto "connessa"?

Un'auto connessa è un veicolo dotato di tecnologia mobile che quindi è "connesso" tramite Internet.

Anche la telematica è utilizzata per collegare le auto tramite un piccolo dispositivo interno al veicolo o attraverso una tecnologia incorporata. Il dispositivo telematico funziona come un hub per l'Internet delle cose (Internet of Things, IoT), che invia i dati  a un servizio in cloud, dove possono essere elaborati e resi accessibili al proprietario del veicolo o al mobility manager.

 

Tipi di connettività nelle auto

Le capacità delle auto connesse possono essere raggruppate in diverse categorie:

  • telematica: localizzazione e attività del veicolo, comportamento del conducente al volante, diagnostica dello stato di salute del motore e della batteria per i veicoli elettrici. Le aziende possono ottenere visibilità sulle prestazioni di un'ampia flotta composta anche da veicoli a diversa alimentazione, il tutto attraverso un'unica piattaforma online;
  • da veicolo a tutto (Vehicle-to-everything) (V2X): interazione con qualsiasi oggetto nelle vicinanze del veicolo. Questa comunicazione può essere veicolo-veicolo (V2V), veicolo-veicolo-pedone (V2P), veicolo-rete (V2N) o veicolo-infrastruttura (V2I).
  • infotainment a bordo: interazione con gli occupanti del veicolo. Questo include l'intrattenimento audio e video e i sistemi di navigazione.

Qual è la differenza tra auto connesse e veicoli autonomi?

Un'auto connessa è dotata di connettività a Internet mentre un veicolo autonomo controlla il proprio movimento senza l'intervento del conducente. Un veicolo completamente automatizzato o autoguidato con intelligenza artificiale (IA) non ha bisogno dell'input del conducente per navigare verso la sua destinazione.

 

Tuttavia, i veicoli altamente automatizzati hanno ancora bisogno di anni di test prima di poter essere ampiamente disponibili per l'uso pubblico. Oggi, però, molti conducenti possono beneficiare della connettività e dell'automazione di base per il supporto durante le manovre come il parcheggio parallelo o il cruise control adattivo.

 

Qual è la storia delle auto connesse?

1980: l'auto connessa ha le sue origini in Formula 1, con l'integrazione del primo computer di bordo nelle auto da corsa del team BMW. 

 

1996: general Motors presenta al pubblico la prima auto connessa, equipaggiando alcuni dei suoi modelli con una funzione di chiamata di emergenza. Il veicolo è in grado di registrare un incidente e chiamare automaticamente il centro di emergenza più vicino. 

 

2000: i segnali GPS, precedentemente riservati ai militari, vengono resi disponibili per applicazioni civili e commerciali dal presidente americano Bill Clinton, portando i sistemi di navigazione a un nuovo livello.

 

2001: la diagnostica a distanza viene introdotta per la prima volta nei veicoli. Questo permette ai produttori di automobili e ai proprietari delle flotte di esaminare la funzionalità del sistema e riconoscere i guasti più rapidamente. Ora alcuni veicoli beneficiano di un sistema di intelligenza predittiva, che permette ai mobility manager di gestire meglio i veicoli e garantire una migliore manutenzione.

 

2008: la prima auto con un hotspot Internet viene lanciata sul mercato. Questo evento viene presto seguito da applicazioni per smartphone per le auto connesse, con funzionalità come il blocco e lo sblocco delle porte.

 

2014: gli hotspot 4G LTE vengono implementati su larga scala da Audi e General Motors. 

 

2016: Toyota è il primo produttore a introdurre sul mercato delle auto dotate di V2X. Queste vengono vendute solo in Giappone.

 

2017: un produttore europeo annuncia l'implementazione della tecnologia V2X.

 

2020: vengono venduti 30 milioni di nuovi veicoli connessi.

 

2021: la Germania assume un ruolo da protagonista nella guida autonoma e la legge sulla guida autonoma entra in vigore. 

 

Entro il 2025: si stima che un veicolo su due circolante sulle strade europee e statunitensi sarà connesso. 

 

Entro il 2050: In uno scenario ottimistico, LBBW prevede che la quota di veicoli di nuova immatricolazione dotati di pilota automatico aumenterà dal 2,4% del 2020 al 70% del 2050.

 

Infografica con date ed eventi della storia delle auto connesse

Qual è il futuro delle auto connesse?

La Society of Motor Manufacturers and Traders (SMMT) prevede che tutte le auto di nuova immatricolazione nel Regno Unito saranno connesse entro il 2026. Anche se per allora non saranno ancora a guida autonoma, queste auto connesse saranno dei dispositivi IoT mobili in grado di riconoscere l'ambiente circostante e di comunicare con piattaforme basate su cloud. 

5G e IoT

L'introduzione del 5G promette di migliorare la velocità e l'affidabilità della connessione Internet mobile. Alle sue massime prestazioni, il 5G funziona 100 volte più velocemente del 4G, con una latenza estremamente bassa. Ciò significa che i dispositivi 5G possono scaricare e inviare grandi quantità di dati in una frazione del tempo che impiegherebbero i dispositivi 4G.

 

Le auto connesse generano giornalmente milioni di dati, che con il 5G possono essere trasferiti più velocemente che mai. Il monitoraggio in tempo reale diventerà ancora più accurato, migliorando soluzioni come i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aiutano i conducenti a evitare i rischi di collisione.

Maggiore sicurezza stradale

La tecnologia V2X ha il potenziale per aumentare significativamente la sicurezza stradale. Una statistica del Dipartimento dei Trasporti britannico riporta che nell'anno 2018 (dati a tutto giugno) si sono registrate nel Regno Unito ben 26.610 vittime di incidenti stradali, tra decessi e lesioni gravi. Questo tipo di tecnologia quindi, ha tantissimo potenziale, ma affinché il V2X cellulare possa fornire un ausilio più efficiente, anche l'infrastruttura e la copertura della rete mobile sulle strade deve migliorare significativamente. 

Un ecosistema V2X cellulare pienamente funzionale oltre a richiedere una presenza capillare di unità a bordo strada e all'interno della vettura per supportare la comunicazione diretta, necessita anche di una buona connettività cellulare sull’infrastruttura stradale per permettere la comunicazione V2N.

Telematica OEM

Una tendenza emergente vede i principali produttori di veicoli (Original Equipment Manufacturer - OEM), inserire i dispositivi telematici direttamente a bordo dei nuovi modelli. I dispositivi integrati sono in grado di elaborare le informazioni specifiche del veicolo e i dati telematici dell'OEM stesso una volta che il consumatore ha dato il consenso al produttore. Questi dati possono essere integrati con una piattaforma online di gestione delle flotte che standardizza l'esperienza dell'utente, consentendo ai mobility manager di visualizzare tutte le informazioni sui veicoli in un unico portale.

 

Quali sono i vantaggi offerti dalla tecnologia dei veicoli connessi?

Una volta che i veicoli sono connessi, i dati GPS e di diagnostica di bordo (OBD) possono essere elaborati e presentati su una piattaforma di gestione della flotta online. I gestori di flotte possono utilizzare queste informazioni per prendere decisioni aziendali strategiche, misurarne l'efficacia e confrontare le prestazioni rispetto a quelle di flotte simili.

La tecnologia dei veicoli connessi può favorire le seguenti aree:

  • Produttività: monitoraggio di fattori che influenzano la produttività della flotta, come ad esempio il tempo di sosta con il motore acceso, il tempo alla guida, o le visite ai clienti;
  • Sicurezza: rilevamento di comportamenti di guida rischiosi, come ad esempio frenate brusche, eccesso di velocità o sterzate improvvise. Impostazione di pratiche di formazione per i conducenti e assistenza alla guida avanzata o installazione di soluzioni con telecamera per ottenere visibilità relativamente all'attività su strada;
  • Manutenzione: accesso ai dati dello stato di salute del veicolo. Utilizzo di una piattaforma di gestione della flotta connessa per impostare interventi di manutenzione predittiva al fine di ridurre al minimo il rischio di guasti imprevisti e potenzialmente pericolosi dei veicoli;
  • Sostenibilità: generazione di dati precisi sul consumo di carburante e sulle attività inefficienti come la sosta a motore acceso. In caso di flotte composte da veicoli elettrici o da un mix di veicoli elettrici e a combustione interna è possibile monitorare anche i livelli di carica, l'autonomia e il livello di degrado della batteria.

 

Riassumendo, le attuali capacità di monitoraggio dei veicoli vanno ben oltre la tradizionale informazione sulla posizione. I mobility manager di flotte connesse possono facilmente visualizzare e monitorare variabili come il comportamento del conducente, il consumo di carburante, gli eventi bruschi e lo stato di salute del motore. Queste informazioni possono essere utilizzate per realizzare piani completi per migliorare la sicurezza della flotta, la produttività, la sostenibilità e altro ancora.

 

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Articolo pubblicato originariamente il 28/10/2020. Aggiornato il 23/02/2022.

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