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Infrastrutture per i combustibili alternativi, l’Europarlamento chiede una accelerazione

Ultimo aggiornamento il 23 novembre 2022 in Sostenibilità da Geotab Team |  2 minuti di lettura


I deputati riuniti a Strasburgo (FR) hanno tracciato la via per una più capillare e rapida diffusione delle stazioni per il rifornimento. Obiettivo dichiarato è aiutare l’Unione continentale a conseguire la neutralità climatica abbattendo per prime le emissioni alteranti di anidride carbonica (CO₂)

Più infrastrutture per i combustibili alternativi e in tempi veloci? Sì del Parlamento Europeo che ha adottato un mandato negoziale legato a politiche comunitarie per l’ecosostenibilità nel settore dei trasporti e si avvia ora a organizzare incontri con i diversi stati membri. 

 

La green mobility interseca un traguardo importante per l’intera Unione continentale: portare a zero le emissioni nette di gas serra di origine antropica, ossia imputabili all’operato dell’uomo. Nel settore dei trasporti il primo e principale tra questi è l’anidride carbonica, prodotto di scarico che si attesta a livello dell’atmosfera. La CO influisce sull’attività di termoregolazione della Terra, inducendo, in caso di quantità eccessive, fenomeni di surriscaldamento. 
 

Le norme governative sulle emissioni di carbonio e la necessità di elettrificazione della flotta
 

Secondo il Rapporto “La decarbonizzazione dei trasporti - Evidenze scientifiche e proposte di policy” presentato dalla STEMI (Struttura Transizione Ecologica della Mobilità e delle Infrastrutture, pool di esperti che fa capo al Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili  (MIMS), chi si muove ogni giorno sulle strade italiane è responsabile per il 30,7% del rilascio di anidride carbonica - un climalterante al pari di metano, ozono, ossido di azoto e vapore acqueo, mentre l’intero settore dei trasporti pesa per il 25,2% sulla quota di gas a effetto serra emessa dai tubi di scappamento dei veicoli.
 

Sostegno ai combustibili alternativi per combattere gli effetti dannosi dei gas serra
 

Di qui l’impegno dell’Unione Europea nel predisporre una bozza di testo legislativo per affrontare il tema della diffusione sul territorio di stazioni sia di ricarica elettrica, sia di rifornimento per autovetture, camion, aerei e treni alimentati a idrogeno o con altre soluzioni ecosostenibili. 
 

Sostenere la crescita del numero di veicoli green circolanti è ormai un impegno consolidato in sede UE. La posizione adottata dal Parlamento Europeo a Strasburgo (FR) rientra tra i contenuti del pacchetto “Fit for 55 in 2030”, strategia (piano) per conseguire entro il 2030 una diminuzione, nelle rilevazioni dei gas serra, di almeno il 55% rispetto al dato del 1990. 
 

In materia di installazione di infrastrutture per la ricarica elettrica e per il rifornimento con combustibili alternativi l’Europarlamento si è trovato d’accordo sulla necessità di fissare obiettivi minimi a livello nazionale. Ogni paese membro UE sarà chiamato entro il 2024 a inviare alla Commissione continentale un documento (piano strategico) che indichi i percorsi utili al conseguimento dei diversi traguardi da affrontare.
 

Leggi anche: Quali sono i motivi per cui la sostenibilità è un bene per le aziende
 

I suggerimenti degli Eurodeputati per la diffusione dei combustibili alternativi nel trasporto
 

I deputati che si sono incontrati presso il quartier generale di Strasburgo hanno proposto di posizionare, di qui al 2026, ogni 60 km, lungo le arterie di trasporto principali, una colonnina di ricarica per auto elettriche (apri la mappa); sempre alla stessa distanza, ma con stazioni più potenti, nel caso di truck e bus zero emissioni in circolazione sulle strade TEN-T più trafficate (apri la mappa)
 

Esenzioni saranno applicabili alle zone territoriali remote (regioni ultra-periferiche), alle isole che non siano allacciate alle reti energetiche continentali e ai percorsi dove i flussi veicolari si presentino con volume particolarmente ridotto. 
 

Approfondisci: I motivi principali per aggiungere in flotta veicoli elettrici

 

Cento chilometri (in luogo dei 150 km proposti dalla Commissione) e una scadenza temporale anticipata al 2027 (al posto del 2031) è invece il suggerimento degli Eurodeputati per le stazioni a idrogeno da realizzarsi lungo le vie più importanti del trasporto all’interno del territorio degli stati componenti l’Unione Europea.
 

Stazioni per i combustibili alternativi facili, convenienti e aperte a tutti 

 

Nel merito delle infrastrutture, quelle per la ricarica dei veicoli elettrici e per il rifornimento con carburanti alternativi dovrebbero essere, nella visione del Parlamento Europeo, aperte a tutti i costruttori e di facile utilizzo; il prezzo dovrebbe essere segnalato in kWh o in kg, conveniente e comparabile in un’ottica di strategia comune. 
 

Leggi anche: I contenuti del PNRR e la ripartizione dei fondi in Italia

 

È stata inoltre proposta la creazione, entro il 2027, di un punto di consultazione dell’UE per l’accesso ai dati sulle soluzioni trattive alternative a quelle fossili. Vi si potranno leggere informazioni sulla disponibilità, i tempi di attesa e i costi nelle varie stazioni che punteggeranno il territorio europeo. 
 

Al momento le stazioni nelle aree dell’Unione continentale sono 377.000, il 50% di quelle previste in base alle promesse dei paesi membri. Sei non si vuole abdicare al Green Deal, occorre passare attraverso la strettoia della decarbonizzazione, realizzando in tempi rapidi infrastrutture per i combustibili alternativi.


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