Immagine di veicoli in manutenzione predittiva

Auto elettriche, i benefici di una manutenzione predittiva e ridotta per le flotte aziendali

Ultimo aggiornamento il 23 settembre 2021 in Veicoli elettrici da Geotab Team |  4 minuti di lettura


La meccanica gioca già a favore delle zero emissioni grazie a un minor numero di componenti usurabili e da sostituire periodicamente.

Gli aspetti legati alla manutenzione delle auto elettriche rappresentano un altro punto a favore di questa tecnologia trattiva. 

 

Occorre ricordare che, quando comparvero i primi modelli sul mercato, i veicoli zero emissioni furono guardati con diffidenza, quasi si trattasse di giocattoli di grandi dimensioni. Troppo elevata la differenza con i cugini ICE (motore a combustione interna). In effetti elementi di discontinuità ci sono e non riguardano solo il mancato scarico di sostanze inquinanti/climalteranti (come la CO2).

 

Facciamo una radiografia a un veicolo elettrico. Salta subito all’occhio il fatto che sia dotato di una meccanica decisamente meno articolata (meno componenti, per di più molto resistenti). Bastano infatti un un pacco batterie con celle agli ioni di litio per accumulare chiloWatt e un inverter per trasferire l’energia, una volta convertita da continua ad alternata, al motore elettrico - a proposito, ne abbiamo parlato anche nella nostra guida gratuita all’elettrificazione della flotta.

 

Manutenzione auto elettriche, i controlli da fare (e non fare)

Su un’auto elettrica manca la trasmissione, la coppia motrice è erogata al massimo nel momento stesso in cui il veicolo è messo in moto. Essendo dotata di un cambio generalmente a leva, con le sole posizioni di marcia, retro, “folle” e parcheggio (in aggiunta al freno di stazionamento - o “a mano”) e di soli due pedali (freno e acceleratore), azzera un primo controllo canonico sulle soluzioni con alimentazione a benzina/diesel: quello sulla frizione. La mancanza di iniettori, candele, filtro dell’olio motore e dell’aria, liquido refrigerante fa scendere ulteriormente i costi per i controlli.

 

Pur se rimangono elementi da tenere sotto controllo periodicamente, i freni sulle auto elettriche risultano soggetti all’usura in misura minore. Il motivo è semplice: in fase di decelerazione l’energia cinetica è commutata in energia elettrica; il flusso è quindi incanalato attraverso il sistema di recupero interno che ne dispone come freno motore, evitando così un’eccessiva sollecitazione sull’impianto. 

 

Sia che il mezzo monti un serbatoio o un sistema di trazione full electric, lo stato degli pneumatici (e dei cerchi) deve restare al centro dell’attenzione, andando a verificare spessore del battistrada e presenza di tagli/danneggiamenti. Occorre ricordare che la messa a disposizione istantanea dell’intera coppia motrice determina un consumo più rapido dei componenti. Anche la condizione dello sterzo va sottoposta a regolare, periodico controllo, al pari dell’intero telaio. 

 

Al centro del lavoro dei manutentori, nel caso delle auto elettriche, vi è principalmente il funzionamento del sistema di raffreddamento del propulsore e del pacco batteria. Non bisogna tuttavia trascurare di mantenere sotto controllo altri componenti importanti del veicolo, come la piccola batteria da 12 V che fa funzionare la centralina di controllo del contattatore, anello di collegamento tra la batteria di trazione e il motore; se non funziona, l’auto non si mette in moto.

 

Resta da considerare lo stato del filtro abitacolo (blocca polline e altri agenti potenzialmente dannosi per la salute dell’uomo).   

Ogni quanto far eseguire la manutenzione delle auto elettriche e perché

Rispetto ai tempi di un opportuno passaggio in officina, veicoli con motore a combustione interna ed elettrici avvicinano notevolmente le rispettive posizioni. Per le zero emissioni si dà un intervallo di circa 20.000/30.000 chilometri tra un tagliando e l’altro; se non si raggiunge quella soglia è meglio fissare un appuntamento ogni anno. 

 

Il pacco batterie agli ioni di litio è garantito per otto anni e almeno 160.000 chilometri; la batteria da 12 V per massimo la metà del tempo.   

 

Pianificare la sosta per la manutenzione di uno o più veicoli è un’attività a cui occorre prestare grande attenzione, giacché il fermo anche solo di un mezzo incide a cascata sull’organizzazione di una flotta. Quando si tocca il pulsante dell’operatività se ne accende un altro, di pericolo, legato ai costi gestionali. 

 

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Ecco perché diventa essenziale avere la possibilità, attraverso software dedicati, di intervenire in modo predittivo, ossia togliendo dalla strada quelle unità del parco circolante che sono in predicato di subire un guasto. Fermare, cioè, i veicoli prima che l’evento evidenziato attraverso la misurazione e l’elaborazione di alcuni parametri funzionali si verifichi e determini uno stop più diluito nel tempo, nonché costi di riparazione/sostituzione più elevati. Senza contare l’imprevedibilità, ossia il fatto di non aver potuto conteggiare quella spesa all’interno del calcolo più ampio legato ai costi di gestione della flotta.

 

Se vuoi sapere di più su come sfruttare il software di manutenzione di Geotab per ottimizzare il tuo business, leggi il nostro articolo.     

 

Le batterie, snodo per la manutenzione delle flotte aziendali

Come scritto, le batterie agli ioni di litio, montate a bordo della quasi totalità dei modelli di auto elettrica in circolazione, sono garantite per otto anni, con una capacità residua di almeno il 70% Qualora però dovessero necessitare di una sostituzione prima di questa scadenza, la spesa richiesta all’azienda potrebbe arrivare a coprire quasi la metà del costo di listino dell’intero veicolo. La soluzione, in questo caso, potrebbe consistere nel guardare a quei marchi automobilistici che noleggiano il componente, come, ad esempio, la francese Renault, tra i primi costruttori al mondo a credere in questa tecnologia in tempi non ancora sospetti.

 

Non occorre tuttavia preoccuparsi. Le batterie sono infatti studiate, dal punto di vista tecnologico, per mantenersi di più rispetto al valore medio di vita dell’auto elettrica a bordo della quale operano. 

 

Alcuni accorgimenti possono aiutare a prolungarne durata ed efficienza, a partire da un’attenzione verso le temperature, che non devono essere né troppo fredde (al di sotto dei 10 gradi), né troppo elevate (sopra i 30 gradi). Anche i livelli di carica e scarica devono essere mantenuti controllati: il consiglio è di non scendere oltre il 20% e di non superare l’80% di capacità complessiva.  

 

Leggi quali errori evitare nella gestione delle batterie delle auto elettriche

 

Premesso tutto quanto sopra - ossia le ridotte necessità manutentive ordinarie e i “trucchi” per conservare nel tempo il suo componente più importante e costoso, il pacco batterie -, il veicolo zero emissioni può definirsi a pieno titolo meno “delicato” dei modelli corrispettivi spinti da un motore a benzina o diesel.

 

Manutenzione delle flotte aziendali elettriche e formazione del personale

Un tempo la mancanza di formazione specifica del personale d’officina era considerato un fattore a svantaggio della diffusione della trazione full electric non solo nel comparto delle flotte aziendali. 

 

Si guardava, in particolar modo, ai rischi connessi agli interventi sull’accumulatore, alla presenza di rischio elettrico (pericolosità imputabile all’alta tensione).   

 

In base alla normativa di riferimento (CEI 11-27) e al disposto del testo unico della sicurezza, sono tre, con raggi d’azione tra loro diversi, le qualifiche attribuibili al manutentore dopo apposito percorso di coaching. 

 

Il più completo, giacché può effettuare lavori anche sotto tensione, è il PEI (persona idonea), solo lui può toccare le batterie ed eventualmente sostituirne le celle. 

 

Vi è poi il PES (persona esperta), delegato però ai lavori fuori tensione e in prossimità; può salire di grado frequentando un corso apposito; deve essercene almeno uno per centro tecnico, altrimenti l’auto elettrica non può essere accettata.   

 

Chiude l’elenco il PAV (persona avvertita), soggetto - cioè - che sa come evitare i pericoli e conosce le conseguenze di un approccio improprio all’impianto elettrico. Se istruito, assistito o supervisionato da un PES, lavora fuori tensione o in prossimità. Aiuta inoltre il PEI se è stata accertata l’assenza di alta tensione.


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